Il 12 gennaio è uscito il loro nuovo singolo intitolato “Je e Te”
Dopo aver pubblicato quest’estate il loro primo singolo intitolato “Ben Stiller”, gli Okaynevada tornano con il nuovo brano “Je e te”, uscito su tutte le piattaforme streaming e nelle radio.
Con un sound urban e moderno, gli Okaynevada, ovvero Vincenzo e Andrea, raccontano la loro storia, trovando la loro ispirazione nelle sfumature della vita quotidiana. Il duo mescola la tradizione pop della canzone italiana con le loro radici napoletane dando vita a una hit molto radiofonica con un testo semplice ma diretto, che si apre nel ritornello che resta in testa già al primo ascolto.
Partiamo dal vostro nome. Perchè avete deciso di chiamarvi Okaynevada?
“La storia del nome è divisa in due parti: inizialmente avevamo scelto di essere i Nevada. Il riferimento agli States è chiaro, ma la ragione particolare per cui ci piacque è che rappresentava alla perfezione quell’ideale di lontano e impalpabile a cui noi siamo particolarmente legati. Certo, lontano, ma mai Irraggiungibile, come ci piace spesso sottolineare.
Poi il plot twist. Dovendo iscriverci su Instagram appurammo che il nome Nevada era già scelto e quindi aggiungemmo “okay” come prefisso. Ai primi live ed eventi pubblici tutti iniziarono a presentarci come okaynevada nonostante di volta in volta provassimo a rettificare. Alla quinta, sesta volta, ci siamo detti “Uaju, ma sapete che c’è di nuovo? Noi siamo gli okaynevada”. E… eccoci.”
Quali sono le influenze musicali che vi hanno formato e quali sono gli artisti ai quali vi ispirate?
“Le nostre influenze sono davvero tante. Tra i due, una personalità è stata forgiata dal rock anni ’60/’70/’80 (Andrea) mentre l’altra è fiorita nel campo del cantautorato italiano fin da bambino (Vincenzo).
Quando ci siamo incontrati abbiamo da subito fatto la conta delle similitudini: Lucio Dalla, Pino Daniele, Vasco Rossi. Inoltre il nostro sguardo non ha mai ignorato la scena musicale contemporanea, quindi ci siamo nutriti anche della fiorente scena urban / hiphop degli anni ’10. E le influenze sostanziali di questi anni ce le hanno date artisti come Franco126, Calcutta, Tommaso Paradiso.”
Quanto sono importanti le vostre radici napoletane nella nostra musica?
“Imprescindibili. Napoli è le nostre parole, i nostri occhi e la nostra fantasia. Ci ha dato storie da vivere e da raccontare, sentimenti che a parlarne non sembra mai abbastanza. Chi è di Napoli è come se avesse per sempre un conto in sospeso con la vita. Ed è come se cercasse costantemente di saldarlo. O almeno è quello che noi stiamo provando a fare“.
Il 12 gennaio è uscito il vostro nuovo singolo ‘Je e Te’. Cosa raccontate in questo brano?
“Per primo e a bruciapelo: il rapporto con la nostra terra. Cantare in napoletano per noi significa avere un filo diretto con chi ha fatto la storia della musica italiana e mondiale da questo spicchio di universo che dà sul mare. Pino Daniele e Murolo tra i primi. Ma dovremmo anche menzionare i tentativi di tutti gli altri grandi della musica di sentirsi anche solo legati a Napoli pur non appartenendovi: Lucio Dalla con Caruso, De André con Don Raffaè, De Gregori con Anema e Core.
Raccontiamo anche la nostra quotidianità, fatta di incertezze, cadute, disordini e fragilità. Fatta di confusione, vertigini e caviglie rotte. Amore. In Je e Te parliamo sostanzialmente di quello che pensiamo e che viviamo”.
3 aggettivi per descrivere ‘Je e Te’
“Sincera: perché cerchiamo di descrivere il mondo che vediamo senza troppi filtri.
Sentimentale: perché dell’amore non si può fare a meno.
Ambiziosa: come noi. Come ogni nostra canzone.”